Sotto casa mia c’è un panettiere che oltre a fare buonissime focacce e farinate, investe ogni giorno 5 euro su Facebook per promuovere la foto dei nuovi panini gourmet disponibili per la pausa pranzo. Ebbene sì, tra farine integrali e pizzette, sforna ogni giorno (inconsapevolmente) delle piccole campagne in programmatic.
Il programmatic altro non è che una modalità di utilizzo di piattaforme che si integra ai processi della pianificazione tabellare. Provo a darti una semplice definizione di programmatic advertising:
Il programmatic è l’automazione dei processi di compravendita di spazi media (che siano parole chiave, banner o video) attraverso il sistema di aste, mediante in quale si crea la competizione del mercato dei tuoi competitors che vogliono aggiudicarsi la stessa parola chiave o la visualizzazione dell’annuncio in pagina.
Per farti un esempio pratico, è il metodo attraverso il quale compri parole chiave e visibilità tramite la piattaforma di Google o Facebook Ads.
Se sei un marketer è tempo di capire cos’è il programmatic, non hai più scuse
Qual è la più grande potenzialità del programmatic advertising?
Mostrare il contenuto che l’utente vuole vedere, nel momento in cui vuole vederlo, consentendo di raggiungere il target corretto al costo giusto.
Questo insieme di tecnologie mi ha sempre affascinato: ho cominciato la mia carriera lavorativa ad Amsterdam, lavorando per Improve Digital, la tecnologia SSP (Sell Side Platform) leader in quello specifico mercato e che porta innovazione in tutta Europa. In Olanda il livello di adozione del programmatic sulla display advertising (banner) supera l’80% degli investimenti; in Italia siamo sulla buona strada: IAB Italia stima che il mercato si aggiri intorno ai 400 milioni per la display advertising nel 2017, e il trend è destinato a crescere a dismisura.
Riorganizziamo le idee sul programmatic advertising, ma come?
L’automazione dei processi di compravendita media diventerà uno standard, ma ahimè oggi non lo è ancora. Devi assicurarti di possedere le informazioni corrette: ne va dell’ottimizzazione del budget che hai a disposizione. Ricordi? Abbiamo detto che il programmatic è l’unico modo per raggiungere il target giusto, al momento giusto, minimizzando la dispersione di budget.
È probabile che tu abbia già digitato su Google “programmatic advertising Wikipedia” o abbia sbirciato altre fonti più o meno attendibili per farti un’idea su cos’è e come funziona il programmatic advertising. Il fatto è questo: per informarti sei libero di cercare sul web informazioni frammentate o chiedere a qualche esperto del settore e cercare di mettere insieme i pezzi.
Attenzione però a non crearti confusione in testa! Ti accorgerai che spesso le cose che ti aveva detto Tizio non combaciano con quelle che ti ha detto Caio, e non sono quelle che hai trovato sulla guida che hai trovato gratis su internet che ha scritto Sempronio per farsi pubblicità. Un autentico grattacapo, insomma!
Essendo un metodo di compravendita nato solo nel 2007 è normale che ci sia ancora confusione in questo settore in rapida crescita ed evoluzione continua. Mi ricordo che i primi mesi da stagista nel mondo del programmatic faticavo a capire tutte le dinamiche, benché tutti i giorni mi interfacciassi con ingegneri, tecnici, commerciali e mi documentassi ore ed ore sul web la sera e nei weekend.
Per evitarti la fatica nel reperire queste numerose informazioni, ho scritto il libro Programmatic Advertising per Marketing People, patrocinato IAB Italia ed edito da EPC. L’ho scritto con la stessa passione che metto tutti i giorni nel mio lavoro, inserendo anche le testimonianze dei maggiori esperti del settore in Italia, Olanda, Inghilterra e USA.
Il libro è disponibile su Amazon e nelle librerie (quanto mi piace il profumo della carta in libreria). Spero che possa aiutarti a riordinare le idee, avere un quadro della situazione ben chiaro, e magari spiegarlo al tuo panettiere in cambio di una baguette appena sfornata e un nuovo progetto di consulenza.